Al museo Nazionale Etnografico Luigi Pigorini , abbiamo incontrato Rosa Anna Di Lella che ha curato, insieme a Loretta Paderni, la mostra collaborativa “The Making of a Point of View” Sguardi sulle collezioni indonesiane e malesi organizzata nell’ambito del progetto europeo SWICH – Sharing a world of Inclusion, Creativity and Heritage.

Nella mostra quattro istallazioni raccontano in maniera differente una selezione delle opere del museo e quattro diverse esperienze di partecipazione costituite ognuna da molteplici punti di vista. Al consueto approccio storico e museografico sono stati accostati i linguaggi dell’arte contemporanea, della creatività e della narrazione autobiografica, in un ottica di riscoperta e di ri-significazione delle opere.

Il nucleo delle opere scelto attraverso un processo partecipativo è quello della collezione di armi custodite negli archivi del museo, composte da una ampia serie di spade, pugnali, lance, scudi e cerbottane prodotte in Indonesia e Malesia e raccolte tra il 1865 e il 1910

Nell’intervento artistico di H.H. LimOrigine del dettaglio,  il risultato di una residenza al Museo delle Civiltà realizzata nel 2016-2017, il tema delle armi diventa riflessione sul processo artistico e la lotta interiore. Come afferma l’artista: “Si tratta di una battaglia che si basa sul pensiero, sulla capacità di trovare sempre nuove soluzioni, sulla complessità delle decisioni che ogni artista deve prendere all’interno del proprio studio”. La battaglia interiore si consuma su una serie di sei tavoli bianchi con frasi incise a bassorilievo, che sfidano e richiamano con la loro apparente neutralità il perenne cercare e ri-cercare del processo creativo.  Nello spazio espositivo della mostra l’artista dissemina le sedie, oggetto ricorrente nella sua opera fin dal 2005, che nella seduta recano la scritta “punto di vista” e che invitano a contemplare la mostra secondo le angolazioni suggerite dall’artista.

Oggetti in diaspora: riconnessioni è un’istallazione multivocale, curata sei ragazzi indonesiani che vivono in Italia. Nei depositi del museo hanno scelto alcuni oggetti delle collezioni indonesiane, a partire dai quali hanno sviluppato narrazioni di carattere personale, raccontando alcuni e variegati aspetti legati ai contesti culturali di origine e al loro vissuto personale. Il tema dell’istallazione è quello della diaspora dei patrimoni culturali e delle persone che si riuniscono e ri-connettono in questa operazione.

Oggetti in dialogo: narrazioni  ricostruisce l’ ideale piano di lavoro del viaggiatore-studioso Elio Modigliani che nel 1886 esplorò l’isola di Nias in Indonesia, e racconta gli oggetti attraverso un’impostazione di studio etnografico tipicamente ottocentesca, con lettere, fotografie, disegni e cartine

L’ istallazione Oggetti in transito: trasformazioni presenta il lungo lavoro di coinvolgimento dei ragazzi del Laboratorio fotografico del Centro CivicoZero, coordinati da Yves Legal, Andrea Alessandrini e Mohamed Keita. Il percorso di collaborazione, iniziato nel 2015 nell’ambito del programma di audience development “Narrazioni da Museo a Museo” a cura dell’Ufficio Public Engagement del MAXXI a partire dalla mostra “Transformers” e dall’ opera dell’artista messicano Pedro Reyes che nell’installazione Disarm, fatta dagli scarti di armi raccolte e distrutte dall’esercito messicano, trasforma pistole e fucili in una orchestra meccanica. Anche in questa occasione l’attenzione è stata focalizzata sull’idea della trasformazione degli oggetti, in particolare armi, in strumenti di dialogo e incontro culturale. Fotografie e collages, realizzati dai ragazzi di CivicoZero, trasformano alcuni pezzi delle collezioni transitandoli verso i linguaggi della creatività.

Le strutture allestitive della mostra sono state realizzate dalla Falegnameria ed Officina Sociale K_Alma, nata a Roma nel maggio 2017. Un laboratorio partito dal basso, totalmente autofinanziato, che ha cominciato a formare circa venti tra richiedenti asilo ed italiani inoccupati.