Gli artisti Achilleas Souras e Alice Pasquini ad agosto hanno realizzato insieme ai bambini residenti al Skaramagkas Open Accommodation Site di Atene, uno dei principali campi profughi della Grecia, una grande pittura murale per promuovere l’unità tra gli ospiti del campo e per creare un luogo più piacevole e gioioso.
Situato a pochi chilometri da Atene, il campo profughi di Skaramagkas ospita oltre 2.500 rifugiati e migranti, di cui oltre la metà sono bambini, provenienti da tutto il mondo ed in particolare dalla Siria.
UNICEF ed Elix, una ONG greca che a Skaramagkas si occupa dell’educazione non formale dei rifugiati, hanno organizzato l’evento per offrire ai bambini l’opportunità di esprimersi attraverso l’arte.
Il murales simboleggia l’unità, la pace e l’amicizia, rappresentando sette ragazze e ragazzi abbracciati che danno le spalle all’osservatore, colti nell’attimo in cui stanno attraversando il muro.
La realizzazione è durata una giornata, durante la quale i bambini si sono divertiti a dipingere sul muro insieme ai due artisti e hanno sperimentato la Street Art come strumento per esprimere i propri pensieri, le proprie speranze e sogni. Adesso il murales, che si trova nel campo da basket, continua ad essere arricchito con frasi di pace e amore scritte dai bambini.
Alice Pasquini ed Achilleas Souras si sono ritrovati a collaborare insieme ad un progetto artistico ad un anno di distanza dall’Human Rights Festival 2017 alla Triennale, dove avevano parlato di arte e attivismo insieme a Michelangelo Pistoletto, durante l’incontro “A cosa serve l’arte se non cambia lo stato delle cose?”.
Sia Alice Pasquini che Achilleas Souras non sono nuovi ad interventi artistici legati al tema delle migrazioni: nel 2015 Alice Pasquini ha realizzato un workshop al Centro di accoglienza Caritas del quartiere Tiburtino di Roma per Minori stranieri non accompagnati.
Con molta delicatezza, Pasquini ha indagato il tema del viaggio e, nel corso degli incontri, le dolorose memorie legate al viaggio compiuto hanno lasciato spazio ad un immaginario nuovo, quello del viaggio mentale e del volo. Ne è risultata un’immagine gioiosa e leggera, che colora il centro di accoglienza e che ha incuriosito gli altri abitanti del quartieri che, spesso per la prima volta, sono entrati nel centro di accoglienza.
Di Souras ricordiamo la serie di installazioni artistiche SOS – Save Our Souls, dedicata alla crisi di rifugiati nel Mediterraneo. Un’opera a forma di igloo, simbolico luogo di rifugio, composta con i giubbotti di salvataggio raccolti sulle coste delle isole greche di Lesbo, Chios e Samos e pensata per aumentare la consapevolezza sul pericoloso viaggio fatto da migliaia di rifugiati e migranti in tutto il Mar Mediterraneo ogni anno.
Nel 2017, in occasione della Giornata Mondiale del Rifugiato indetta dall’ONU, l’opera è stata esposta contemporaneamente al MAXXI – Museo nazionale delle arti del XXI secolo, al Museo del Domani di Rio de Janeiro e a Barcellona, al ElBorn Centre Cultural. Al MAXXI l’allestimento dell’opera è stato realizzato durante un workshop di coesione sociale con la partecipazione di minori non accompagnati del centro Civico Zero – Save The Children e di alcuni ragazzi italiani loro coetanei.