Il primo appuntamento del workshop Playground è presso l’Istituto A. Meucci di Aprilia (LT) con i ragazzi dell’alternanza scuola-lavoro. A condurre il laboratorio è l’associazione Liscìa, che attraverso alcune proposte di gioco mette al centro il piacere,elemento che trasforma i partecipanti in Player-giocatori. Liscìa ci insegna che il playground è uno spazio sacro, un temenos in cui vigono regole speciali e dove tutto può succedere. Per accedervi bisogna essere iniziati attraverso un rituale: si entra bendati uno per volta e ci si chiude la porta alle spalle.
Le conduttrici del workshop Cristina Gasperin, che si occupa di metodologie non formali di educazione e di laboratori di partecipazione, e Ginevra Sammartino, che si occupa mediazione intercuturale, rivolgono ai ragazzi appena entrati con una domanda a bruciapelo: quanto vuoi divertirti?
Disponibile all’ingresso un nastro di carta con il quale dare vita a tante dinamiche di gioco. Il tema del laboratorio è quello del colore.
A un rituale di apertura (del workshop) ne corrisponde uno di chiusura. Alla fine dell’incontro Cristina e Ginevra ci invitano a fare una danza in cerchio: il Merequetengue. Cristina ci spiega che è una danza che si appoggia ai ritmi della samba. Nasce ai tempi della tratta degli schiavi, che avevano le catene alle caviglie e dunque costretti a muoversi a piccoli passi.
Tutto sommato il gioco libera dalle catene dell’imbarazzo e dalle convezioni sociali. Stretti in abbraccio intoniamo: Merequetengue tengue tengue merequetengue tengue té!