Nel 2008 si è celebrato l’anno europeo del dialogo interculturale e nelle istituzioni culturali di tutta l’Europa sono stati portati a compimento progetti che avevano come obiettivo l’armoniosa integrazione delle diverse comunità. Antonella Salvi (Responsabile Conservazione e Restauro , Istituto Beni Culturali della Regione Emilia-Romagna) ha raccontato dell’attività portata avanti dall’Istituto Beni Culturali della Regione Emilia-Romagna, che da qualche anno si interroga sul ruolo del museo nella società multiculturale.
Nel 2004, infatti, ha condotto il progetto “Etno”, un’indagine sul patrimonio extraeuropeo in Emilia Romagna. Dal 2007, per due anni, l’IBS ha lavorato di concerto con musei italiani, spagnoli, ungheresi e olandesi al progetto “Museums as Places for Intercultural Dialogue- MAP for ID”, una sperimentazione ad ampio raggio delle potenzialità insite nei musei come luoghi di incontro e di confronto fra culture diverse, promuovendo nuove forme di mediazione inclusiva attraverso le collezioni permanenti. Hanno partecipato al progetto musei etnografici, storici, archeologici, orti botanici: istituzioni molto diverse tra loro per tipologia, dimensioni e contesti di riferimento. Proprio questa diversificazione ha permesso di giungere a risultati differenti che hanno restituito una visione d’insieme.
“MAP for ID” ha sostenuto 30 progetti pilota e disseminato i risultati tramite conferenze internazionali, video, pubblicazioni e un sito dedicato. I progetti pilota hanno dato vita al loro interno a una serie di progetti di dimensioni minori, hanno generato iniziative, contatti, relazioni che testimoniano la vitalità del dialogo attivato dal progetto a vari livelli.
Cristiana Zanasi (Curatrice Museo Civico Archeologico Etnologico di Modena) ha presentato le azioni intraprese dal Museo Civico Archeologico Etnologico di Modena, a partire dall’adesione al progetto europeo “MAP for ID”. Da allora, il Museo ha portato avanti con continuità progetti di dialogo con cittadini di altri Paesi, presentati al pubblico attraverso mostre, eventi ad esse connessi e un’agenda – catalogo “per dialogare tra le culture tutti i giorni dell’anno”. I progetti, all’insegna del confronto tra culture diverse, si sono sempre sviluppati a partire dalle raccolte archeologiche e etnologiche e hanno generato un intreccio di racconti, ricordi, suggestioni che ha arricchito di nuovi significati e di sguardi plurali il patrimonio del Museo. Dopo l’esperienza del progetto “Choose the Piece” con l’adozione simbolica di un reperto del Museo da parte di sessanta studenti provenienti da diciotto Paesi e iscritti al Centro Permanente per l’Istruzione degli adulti di Modena, si è iniziato a lavorare su temi trasversali.
Il focus del progetto “This Land is your land” (2012) è stato la terra «che separa, che rafforza i legami o li fa nascere, la terra come pagina su cui si sono sovrapposte infinite storie, la terra del duro lavoro e degli straordinari frutti, la terra che accoglie e che scandisce il tempo». Naturale prosecuzione del lavoro svolto sul tema della terra è stato il progetto “Strade” che nel 2014 ha fatto confluire e intrecciare le strade del mondo nel Museo. L’ultimo progetto “Modena-Tirana. Andata e ritorno” (2014), una raccolta di foto dello studio Marubbi, di proprietà del Museo, ha costituito il punto di partenza per raccontare le relazioni fra i due Paesi e per esplorare i sentimenti che legano cittadini albanesi che vivono a Modena al loro Paese e a quello che li ha accolti.
Nel pomeriggio Stefano Saletti, musicista e compositore, ha raggiunto Art Clicks portando con sé alcuni strumenti a corda della tradizione musicale mediterranea: il bouzuki, l’oud e lo tzouras. Profondo conoscitore delle tradizioni musicali del Mediterraneo, Saletti tiene corsi specifici per l’apprendimento delle tecniche esecutive di bouzouki e oud e propone laboratori e workshop dedicati a far risaltare affinità e differenze negli stili vocali e musicali dei Paesi del Mediterraneo. Attraverso il linguaggio comune della musica mediterranea avviene l’incontro e lo scambio tra culture. Durante i laboratori con musicisti e neofiti provenienti dalle diverse zone del Mediterraneo, Saletti non insegna la musica in un rapporto univoco e unidirezionale: preferisce che la musica venga condivisa e per lui stesso lavorare con i migranti è un’occasione di apprendimento.
A fine giornata, alcuni volontari hanno presentato Refugee Scart, il progetto della Fondazione Spiral Onlus, in cooperazione con Centro Astalli, ONLUS Laboratorio 53 e Programma Integra a sostegno di migranti arrivati in Italia in cerca di protezione.
In un laboratorio artigianale messo a disposizione da AMA Roma SpA (L’azienda municipalizzata del Comune di Roma che si occupa di raccolta, trasporto, trattamento, riciclaggio e smaltimento rifiuti), un gruppo di quindici rifugiati produce teli artistici da cui vengono creati oggetti fatti interamente di materiali di scarto. Dal 2011 oltre 15 tonnellate di plastica sono state trasformate in oggetti colorati e allegri.
Alcuni dei prodotti di Refugee Scart sono in vendita al bookshop del MAXXI e, grazie alla collaborazione con l’Ufficio Public Engagement, dal 2015 vengono prodotte le “borse di cortesia” con il logo MAXXI, date in prestito ai visitatori durante la permanenza nelle sale del museo.