Antonella Salvi, Responsabile della Conservazione e Restauro dei Beni Culturali e della Promozione e della Valorizzazione del Patrimonio Culturale Extraeuropeo presso l’Istituto per i beni artistici, culturali e naturali della Regione Emilia-Romagna (IBC), ha parlato ai partecipanti Art Clicks della sua decennale esperienza nello sviluppo di progetti interculturali.
L’IBC promuove e svolge attività conoscitiva ed operativa, di indagine e di ricerca, per la valorizzazione ed il restauro del patrimonio storico e artistico, per la tutela, la valorizzazione e la conservazione dei centri storici, per lo svolgimento di ogni funzione relativa ai beni artistici, culturali e naturali, prestando in tali campi la propria consulenza alla Regione e agli Enti locali. Pur essendo organo della Regione Emilia-Romagna, e come tale votato a sviluppare azioni in ambito locale, l’IBC si avvale di una fitta rete di rapporti che intrattiene a livello nazionale e internazionale anche per l’esperienza acquisita come coordinatore di progetti europei.
Il dialogo interculturale è entrato come tema di approfondimento europeo fra le attività dell’IBC dal 2008 in occasione delle celebrazioni dedicate all’Anno Europeo del Dialogo Interculturale e del progetto MAP for ID – Museums as Places for Intercultural Dialogue. MAP for ID è stato concepito come una sperimentazione ad ampio raggio delle potenzialità che i musei possono avere nell’agire come luoghi di incontro e di confronto fra culture diverse, promuovendo nuove forme di mediazione inclusiva tramite le collezioni.
Il progetto si è articolato in fasi precise: dapprima si è avviata la ricerca di buone pratiche di approcci per il dialogo interculturale a livello europeo e sono state elaborate delle linee guida. Nella seconda fase MAP for ID ha sostenuto lo sviluppo di 30 progetti pilota realizzati nei musei dei paesi partner (Italia, Paesi Bassi, Spagna e Ungheria) e ha disseminato i risultati tramite conferenze internazionali, video, pubblicazioni e un sito web dedicato.
I progetti pilota hanno visto come protagonisti musei molto diversi fra loro: etnografici, storici, archeologici, orti botanici e così via. Tutti hanno offerto esempi concreti di come sia possibile utilizzare le tante risorse dei musei per andare incontro alle esigenze della società contemporanea favorendo una più equa e armoniosa integrazione delle diverse comunità. Nella loro ricchezza e diversità queste straordinarie sperimentazioni hanno generato una serie di iniziative e relazioni con un sorprendente effetto moltiplicatore che testimonia la vitalità del dialogo attivato dal progetto a vari livelli.
Il filo conduttore che lega le attività scaturite dal progetto MAP for ID, quindi, è stato il desiderio di ripensare al ruolo del museo nella contemporaneità, un museo che sa parlare e che sa ascoltare, e che soprattutto considera patrimonio non solo gli oggetti ma anche gli individui e che tiene conto della ricchezza che ognuno nella propria storia e sentire porta con sé.