Andrea Marchesini Reggiani presidente della cooperativa sociale Lai-momo, da 15 anni impegnata nei campi dell’immigrazione, della comunicazione, della ricerca, dell’assistenza tecnica e nell’educazione per lo sviluppo, ci ha parlato del suo lavoro
Dal 2016 Lai-momo, insieme all’International Trade Centre (Itc) delle Nazioni Unite, ha istituito un polo formativo per i mestieri della moda etica destinato a formare in quattro anni 250 migranti provenienti da Burkina Faso, Mali e Gambia.
La formazione ai mestieri del tessile, della pelletteria e del design si tiene nel Centro Accoglienza Straordinaria di Lama di Reno, gestito dalla cooperativa Lai-momo, per le professioni tecniche, e in un Centro formativo di Bologna per gli studi d’impresa (informatica, management, ecc.). Destinatari sono le persone provenienti dall’Africa occidentale, residenti in tutta Italia e selezionate in base all’attitudine e alla motivazione.
L’immigrazione è un dato strutturale e non emergenziale, che va affrontato con strategia, nella prospettiva di avviare percorsi di crescita, di autonomia e di lavoro in Europa o nei paesi d’origine, favorendo il rimpatrio volontario e l’avvio di attività imprenditoriali nel sud del mondo.
La specializzazione nelle professioni della moda portata avanti nel bolognese è, infatti, parte di un sistema integrato, che ha come suo naturale proseguimento la reale possibilità di tornare a lavorare nei propri paesi d’origine grazie all’Ethical Fashion Initiative dell’ International Trade Centre. Ethical Fashion Initiative è progetto che da anni mette in contatto gli artigiani e giovani talenti residenti nel continente africano con le grandi firme del settore moda internazionale e con i marchi africani in crescita, portando benefici non solo alle persone coinvolte e a tutte le proprie comunità ma anche alle case di moda, che possono contare sul valore aggiunto dalle varie abilità coinvolte, dall’attenzione ai dettagli e dalla qualità artigianale del prodotto.