Le passeggiate sonore delle Guide Invisibili sono un format di laboratorio inventato dalla ONLUS Laboratorio 53 insieme all’Associazione Echis, sostenuto dalla Fondazione Alta Mane Italia e curato da Marco Stefanelli (project manager e formatore, ONLUS Laboratorio 53).
Laboratorio 53  è un’associazione laica e apartitica formata da filosofi, antropologi, psicologi , assistenti sociali, operatori legali, avvocati e mediatori culturali che dal 2008, attraverso una prospettiva multidisciplinare, offre assistenza, accoglienza e possibilità formative ai migranti, richiedenti protezione internazionale e minori. Fin dalla sua nascita Laboratorio 53 propone attività legate a canali espressivi sia extra-verbali, quali laboratori di pittura, disegno, uso della creta, che verbali, come Teatro dell’Oppresso, cicli di Danza-Movimento e workshop radiofonici che sono di grande aiuto per superare le diversità culturali tra i partecipanti, sia per dare loro strumenti di espressione e condivisione più immediati ed efficaci, che possano trasformare il sentimento ed il pensiero in qualcosa di creativo. Tali laboratori permettono di lavorare in modo immediato su tutti questi aspetti: sulla riappropriazione delle sensazioni, sulla ridefinizione del senso e sulla condivisione dei propri riferimenti culturali, stimolando la riflessione dei partecipanti in merito ai propri vissuti, comportamenti, pensieri, in relazione alle regole della vita sociale del paese di origine e di quello di approdo, e riattivando la loro capacità auto-narrativa venuta meno a seguito di eventi traumatici e/o di trattamenti inumani e degradanti.

Dal 2016, a cadenza settimanale, nella sede di Laboratorio 53 presso la “Città dell’Utopia” a Roma,  si tiene un percorso laboratoriale a cui partecipano 15 richiedenti asilo, rifugiati e migranti.
Nel corso dei laboratori i partecipanti lavorano assieme ai tutor ad una mappatura partecipata e narrativa di alcuni quartieri specifici della città di Roma. Interviste, narrazioni autobiografiche, ricette di cucina e fiction radiofoniche realizzate dai partecipanti sono poi fuse insieme dando vita alle passeggiate sonore  di Il progetto intende dare  centralità al vissuto e alle storie dei nuovi cittadini, potenziando la voce dei migranti all’interno dei media per farli diventare soggetti attivi d’informazione, utilizzando la radio come strumento di narrazione e il suono come medium artistico.
Le storie raccontate in queste passeggiate rompono il recinto chiuso costituito dal centro di accoglienza e portano lo spazio della narrazione migrante a intersecarsi con quello del vivere quotidiano dei quartieri romani, dandogli una forma diversa e inaspettata.
I percorsi realizzati nella prima edizione sono stati nei Rioni Trevi ed Esquilino, mentre nella seconda edizione a Roma Centro e Trastevere.