La seconda fase degli atelier si è svolta interamente al Liceo Artistico Caravaggio, qui gli studenti della scuola e i ragazzi migranti di CivicoZero e del CAS Gelsomino si sono impegnati, con fantasia ed entusiasmo, nella realizzazione di due opere d’arte collettive.

Nell’atelier di allestimento è stata assemblata e pitturata  l’opera in legno “Frammenti di Città” progettata dall’architetto Giuseppe Vultaggio, i ragazzi l’hanno poi completata arricchendola dei propri disegni, frammenti astratti e simbolici dei quartieri, degli spazi e dei reticoli di strade e storie che compongono la metropoli romana.

Nell’atelier di comunicazione si è continuato a raccontare, disegnare, ascoltare e immaginare. Il processo creativo, guidato dal duo artistico “Industria Indipendente”, ha trovato un terreno fertilissimo nella riflessione sul futuro, ispirato anche dallo Strike For Future, lo sciopero ambientale lanciato da Greta Thunberg. E così tra composizioni ispirate alla natura e alla sua sopravvivenza, consigli per il futuro e pillole “salva-speranza”, la redazione ha raccolto tutto il materiale necessario alla post-produzione della fanzine.   

Martedì 30 aprile, ospiti della Pelanda, negli spazi del Mattatoio, Guardo in Alto si è offerto allo sguardo pubblico per la prima volta, aprendo le porte dei suoi atelier per presentare in anteprima i risultati del proprio lavoro. E’ stata esposta l’installazione “Frammenti di Città”, insieme ai collage e ai disegni che ne hanno accompagnato la creazione. A un tavolo poco lontano era possibile osservare in corso d’opera il lavoro dell’atelier di comunicazione, dedito a ritoccare e migliorare i contenuti della fanzine “No Limitation In Imagination”, assemblata da Erika, Martina, Lucky e Yasir.

L’esperienza di Guardo In Alto è stata documentata in un video di Alessandro Schiariti, presentato insieme alla fanzine in occasione della Conferenza Internazionale di Art Clicks al MAXXI il 16 e 17 maggio che si può riguardare a questo link.

L’opera dell’atelier di allestimento arriverà a Jesi, in provincia di Ancona, a giugno per essere ampliata in un workshop ed esposta nei Musei Civici di Jesi all’interno del progetto Chromaesis, nel mese di settembre sarà a Roma ospite del festival di performing arts Short Theatre.

Centrale la connessione tra le attività di Guardo in Alto e la collezione permanente del MAXXI “Lo Spazio dell’Immagine” che ha rappresentato un luogo fisico di incontro iniziale e una fonte di ispirazione e confronto per tutta la durata degli atelier. L’allestimento del MAXXI – ispirandosi a una celebre mostra omonima del ‘67 a Foligno – mette in relazione una nuova, complessa e sfaccettata, idea di immagine con lo spazio fisico. Se l’esposizione di Foligno indagava il rapporto tra l’opera e lo spazio espositivo, la collezione contemporanea indaga il rapporto tra opere e spazio umano tra strumenti analogici e nuove tecnologie, tra immagine percepita e spazio della relazione.

Allo stesso modo Guardo in Alto vuole creare uno spazio relazionale tra produzione artistica, culturale e sociale, utilizzando il pensiero e le energie umane, l’arte, gli spazi urbani, le nuove tecnologie e tutti gli strumenti disponibili e immaginabili per favorire processi creativi orizzontali, condivisi e inclusivi.